Architettura

Un dialogo tra passato e presente nel cuore di Torino

Un dialogo tra passato e presente nel cuore di Torino

Un appartamento firmato Marcante-Testa restituisce luce e forma alla visione architettonica di Ada Bursi

Nel quartiere residenziale di Borgo Crimea, a Torino, lo studio Marcante-Testa ha firmato la ristrutturazione di un appartamento su due livelli all’interno di un edificio del 1958, simbolo dell’architettura modernista italiana.

Ma il valore dell’intervento non si limita alla sua estetica: questa casa rappresenta un omaggio silenzioso ma potente ad Ada Bursi, prima donna iscritta all’Ordine degli Architetti di Torino e figura chiave, seppur a lungo dimenticata, della ricostruzione postbellica italiana.

L’edificio, realizzato come progetto di edilizia cooperativa, è caratterizzato da una facciata essenziale ma espressiva: balconi aggettanti, finestre verticali, inserti in vetro e legno curvato. Ogni dettaglio racconta un’idea di “lusso democratico” — una concezione progettuale che non punta sull’ostentazione, ma sulla qualità e intelligenza degli spazi abitativi.

Marcante-Testa riprendono e amplificano questa visione con un intervento che potremmo definire quasi curatoriale. Nulla è lasciato al caso: le colonne-armadio preesistenti vengono conservate e rilette, mentre i nuovi pavimenti in resina, realizzati in collaborazione con l’azienda Rezina, introducono decori lineari ispirati ai mosaici delle parti comuni dell’edificio.

Il progetto nasce da un legame di fiducia tra i committenti, Marco Lobina (fondatore di Rezina) e Isabella Errani, e lo studio torinese, che ha scelto di reinterpretare gli ambienti con coerenza filologica e un’attenzione sartoriale per materiali, proporzioni e storia.

I tre ambienti più distintivi sono senza dubbio le scale, la cucina e il bagno. 


L
a scala originale anni ’60, valorizzata da un nuovo gradino in marmo.



L
a cucina su misura, in laminato lucido e opaco, che riprende le finiture degli anni del boom economico.



Le pareti dei bagni
, trattate in resina con dettagli in mosaico di vetro, a segnare percorsi visivi e narrativi.

L’intervento non si limita a restaurare, ma traduce l’eredità di Ada Bursi in un linguaggio contemporaneo, mantenendo però intatto lo spirito originario dell’edificio: un’idea di casa come spazio accessibile, colto, elegante ma mai elitario. 

Un esempio di come il design possa diventare atto culturale, oltre che estetico.

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